Anche la comunità ebraica, oltre alle opposizioni, si scagliano contro la celebrazione dell’Msi da parte del presidente del Senato La Russa.
Fondato il 26 dicembre 1946 il Msi nasce dalla Repubblica di Salò di chiara ispirazione fascista tentando di ripristinare il Partito nazionale fascista. Questo si oppone all’articolo 12 della Costituzione della Repubblica italiana che vieta che venga in qualche modo istituito nuovamente tale partito. Di conseguenza, la celebrazione sui social da parte della senatrice Rauti e della seconda carica dello Stato Ignazio La Russa è stata fortemente criticata.
La celebrazione della fondazione dell’Msi ha suscitato lo sdegno non solo dall’opposizione che ha chiesto le dimissioni del presidente del Senato, ma anche da parte delle comunità ebraiche e dell’Anpi. La presidente dell’Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane) Noemi Di Segni ha parlato di “sentimenti nostalgici”.
La comunità ebraica contro i “sentimenti nostalgici”
“Si celebrano oggi i 75 anni dalla promulgazione della Costituzione repubblicana, l’affermazione della nostra democrazia antifascista, il nostro più solido ancoraggio e punto di riferimento su un piano non soltanto legislativo”, ha detto ieri Di Segni. “Eppure, alla vigilia di una giornata così importante per l’Italia, c’è chi ritiene di esaltare un altro anniversario, quello della fondazione del Msi, partito che, dopo la caduta del regime fascista da poco sconfitto, si è posto in continuità ideologica e politica con la Repubblica sociale italiana. Governo dei fascisti irriducibili che ha attivamente collaborato per la deportazione degli ebrei italiani”, ha aggiunto.
“Grave che siano i portatori di alte cariche istituzionali a ribadirlo, legittimando quei sentimenti nostalgici”, ha sottolineato. Di Segni ha poi detto di aspettarsi la condanna non solo delle leggi del ’38 ma anche il fascismo e la Rsi “come male per l’intera Italia, così come la sua eredità, prima celata e oggi sempre più manifesta”. La presidente delle comunità ebraiche ricorda che le leggi razziali “non furono emanate nel vuoto cosmico, ma da un sistema di prevaricazione e violenza e nel condannarle oggi va ricordato il peso della dittatura e di chi le ha emanate. La responsabilità istituzionale e la coerenza costituzionale impongono oggi la rinuncia a ogni sentimento nostalgico”.
Lo sdegno dell’Anpi
Forte e netta anche la condanna da parte dell’Anpi, associazione nazionale partigiani d’Italia che ha commentato il post del presidente La Russa “sfregio alle istituzioni democratiche” sottolineando che è il presidente del Senato della Repubblica antifascista” . “Con tutto il rispetto per i suoi affetti familiari, l’onorevole La Russa non ha ancora capito che è il presidente del Senato della Repubblica antifascista “e non il responsabile dell’organizzazione giovanile del Msi”, ha scritto il presidente Gianfranco Pagliarulo.
Si scaglia contro La Russa, ma anche contro Letta, Edith Bruck, testimone della Shoah ungherese. “La Russa non dovrebbe neanche essere dov’è. Ma è colpa nostra, di coloro che votano senza pensare” ha detto accusando di questo anche l’opposizione, in particolare “un signore come Enrico Letta non è riuscita a farsi ascoltare”. Bruck ha detto di essere preoccupata per questo paese e scettica per la commozione di Meloni all’Hannukkah. “Come si può cambiare da un momento all’altro in questa maniera? È come dopo la guerra: prima erano tutti fascisti poi tutti democratici. Non esiste un cambiamento così repentino” ha detto la scrittrice.